domenica 17 ottobre 2010

Lettera di padre Messori

In questa missiva del 4 gennaio 1941 il Cappellano della Base Atlantica, Padre Missori Roncaglia, racconta il suo arrivo a Bordeaux e la sua prima impressione della base. Si accenna, a metà lettera, alla morte del Tenente di Vascello De anctis, che perì l'11 dicembre del 40 durante il rientro del sommergibile Argo. La missione dell'Argo nell'Atlantico del nord durò dal 22 novembre al 12 dicembre del 40. Il rientro fu provocato da danni subiti nel corso di un bombardamento aereo.

Carissimi

è un mese esatto che sono partito dal Pensionato per iniziare il mio viaggio verso l'Atlantico, e trovo finalmente il tempo d'intrattenermi un po' con voi, rubandolo, naturalmente,al sonno. Avrei tante cose da raccontarvi: ma mi fermerò' soltanto ad alcune, anche per ragioni che voi stessi intuite.

Il mio viaggio per venire qui, in complesso è andato bene ed è stato abbastanza interessante. Prima d'intraprenderlo potei celebrare la S.Messa (l'ultima che dicevo in Italia) sull'altare dei SS.Pietro e Paolo in S.Pietro e voi potete facilmente comprendere con quanta commozione. Il mattino prima avevo celebrato nell'altare posto nella stanza ove S.Ignazio ha scritto le Costituzioni della Compagnia, alla quale affidava il doppio compito della propria santificazione e di quella degli altri "inquavis mundi plaga"...La sera del 6 ho iniziato il viaggio, transitando per il Brennero, tra la neve, il 7 mattina: un ultimo nostalgico sguardo alla nostra, terra d'incanto che non ha uguali in nessun'altra parte (di quelle almeno che io ho visitato). Alle 14 arrivo a Monaco, ove ho celebratò la S.lessa nella nostra Residenza; poi visita ai principali punti della città, tra i quali la Piazza degli Eroi. Le mie impressioni non sono traducibili per scritto....Alla sera, seconda tappa sino a Colonia, ove, all'arrivo verso le 9 celebro la S.Messa nel famoso Duomo: è la Festa dell'Immacolata e voi potrete facilmente pensare come vi sia stato unito riandando la grande cerimonia che contemporaneamente,ormai tanto lontano, avveniva al Pensionato: ho raccomandato alla Madonna tutti i Congregati e i nuovi Consigli.|Mi reco alla nostra Residenza e mi sì dice che lo Zio (P.Marcozzi lo conosce) sta assai poco bene e se ne teme la morte di momento in momento; fràttanto na assai poche possibilità pur an che di respirazione; nè gli ha fatto meglio l'aria di altre città di Germania . Visito a Colonia con particolare emozìone il luogo ove un tempo risiedeva il Convento dei Domenicani: qui era maestro S.Alberto Magno e faceva i primi passi nello studio sacro S.Tommaso d'Aquino. A sera, terza tappa sino a Parigi attraversando il Belgio: per quanto lo ha permesso la notte lunare si sono potute vedere traccie della guerra che è stata veramente distruggitrice. Si arriva a Parigi al mattino per tempo e mi reco a celebrare la Messa nella insigne Chiesa di N6tre Dame des Victoires: fatidico titolo per un Cappellano Militare!! ma dì quali vittorie dello spirito ho parlato con la Madonna!! Non so se le mie impressioni su Parigi e sulle condizioni della Francia in generale potrebbero resistere al vaglio.della censura, e perciò' le riserbo anch'esse a voce; vi dirò soltanto che ovunque si incontra lo sfacelo di una nazione stravinta. Rivedo Parigi dopo tre anni, da quando vi fui per l'Esposizione Internazionale del 1937: quale spaventosa mutazione! Nonostante tutto i Francesi hannò ancora tanto orgoglio verso noi Italiani da disprezzarci con tutta l'anima e de apreferire a noi, di gran lunga, i Tedeschi. Non ci possono tollerare e ce lo dimostrano in tutti i modi sino a beffarsi, essi, dell'andamento della nostra guerra!! Quant'è triste e penoso questo stato di cose che allontana gli animi di popoli che la Provvidenza avrebbe voluto particolarmente vicini! È ancora più stridente, in queste feste natalizie, la profanazione che l'umanità ha fatto del meséaggip di amore di Cristo Gesù... La sera riparto da Parigi per l'ultima tappa del mio viaggio e posso, la mattina, celebrare la S.Messa nella più vicina Residenza di Padri Gesuiti, che provvidenzialmente non dista tanto dalla nostra Base. Mi è stato offerta fraterna ospitalità; ma non mi è stato possibile di accettarla perché troppo.discosta dal centro delle mie attività. Vi vado per i bisogni dell'anima mia, e per preziose informazioni, trovandovi sempre squisita cordialità, pur sotto la tristezza di chi assiste a si' penose condizioni della propria terra.

I nostri, Ufficiali e Marinai tutti, hanno accolto con vera esultanza la venuta del Cappellano che attendevano già da tanto tempo. Vorrei qui parlarvi a lungo delle imprese mirabili dei nostri uomini di mare e dei loro sommergibili: ma non mi è possibile; vi diro' soltanto che essi stanno vivendo giornate di vero eroismo e di continua dedizione al sacrificio, quali, forse,gì'Italiani non arriveranno mai a comprendere: in Atlantico, oltre gli altri, c'è un nemico insidiosissimo, il mare. Eppure si continua serena l'impresa epica che ci è stata affidata: e quando gli equipaggi ritornano a terra necessitanti di riposo, non è dato loro di trovare l'ambiente più idoneo a ciò' e lo spirito di sacrificio della nostra gente, che a volte ha davvero del leggendario, ritorna sempre fresco a superare sereno tutte le contrarietà!! Sublime, quantunque modesta, lezione a voi giovani che ora state preparandovi alla vita; non dimenticherete tanto facilmente a quale prezzo i destini d'Italia si vanno compiendo; e, me lo auguro, sarete degni di essi.

Io, dunque, vivo la mia vita continuamente in mezzo ai Marinai; la mia stanzetta è una cabina, di un grosso piroscafo che ci fa da base; i pasti li piglio, pure a bordo, con gli ufficiali; e, a bordo, mi sono allestito una graziosissima Cappellina utilizzando un altare discreto che ho trovato sul bastimento stesso e....coperte da letto in setà azzurra che mi sono servite per fare un bellissimo sfondo! Una cosa sola, e la principale, manca nella mia Cappellina: il Santissimo Sacramento. Potrei conservarlo, ma...gli Inglesi non mi danno suffioiente garanzia!! In questa Cappellina dico la Messa tutte le mattine nelle quali non ho speciàli cerimonie a bordo dei Sommergibili o altrove; e attorno all'Altare c'è sempre qualche Marinaio o Ufficiale che si accosta alla S.Comunione. Particolarmente belle le Messe che celebro per gli equipaggi dei sommergibili che partono per la missione in Atlantico e nelle quali si accostano sempre quasi la totalità dell'equipaggio alla S.Comunione. Cerimonia particolarmente commovente e suggestiva è statala Messa celebrata a bordo di un Sommergibile, rientrato dalla sua missione ove si è ricoperto di gloria, ma nella quale ha dolorosamente perduto uno dei suoi migliori ufficiali: l'equipaggio piangeva accostandosi alla Comunione per lui, fulgido esempio di eroismo e di bontà squisita d'animo. E gli uomini sentono molto come il sacrificio loro li avvicini a Dio: credo che raggiungerebbero davvero la santità, se....vivessero sempre in mare!!

La Messa festiva riesce molto bella: la celebro in un grande

locale ove istallo ogni volta l'Altare e vi si da tutta la maggiore solennità. Non potendo far pregare insieme a voce alta i Marinai,come si faceva a Napoli, perché mi manca qui l'aiuto del buon Gesuitino che là avevo trovato in mio soccorso, cerco di supplire distribuendo i librettini di preghiera a tutti e aiutando lo spirito di raccoglimento con qualche disco di musica sacra, ben scelta che si fa suonare in un apparecchio amplificatore che ho istallato per questo preciso fine. Il numero degli intervenuti è sempre quasi totalitario, sia da parte degli Ufficiali che dei Marinai, Oparai, Militarizzati; primo tra tutti l'Ammiraglio.

Natale l'ho preparato con un triduo di predicazione, che dovrei dire "notturna", per i Marinai. Mi portavo, infatti, con loro al luogo distanziato dalla Base diurna, ove dormono per maggiore sicurezza e dentro a uno dei cameroni, salendo su di un lettino di legno, al secondo piano (i letti sono a due piani per guadagnare spazio) parlavo di Gesù' ai Marinai, da questo strano pulpito; poi tutti si cantava "Tu scendi dalla stelle" e una canzoncina alla Madonna; indi Confessioni sino a tarda ora. La mattina dopo, in una Cappellina di Suore di San Vincenzo, vicina a noi e gentilmente concessa, celebravo la S.Messa con Comunioni per il gruppo dei Confessati la sera avanti. E così per le tre sere, decongestionando l'accesso ài Sacramenti il giorno dì Natale. La notte santa celebrai a mezzanotte, in un certo posto, per tutti gli Ufficiali con l'Ammiraglio e si ebbero un discreto numero di Comunioni; all'alba in un altro posto per tutti i Marinai, con una cerimonia molto ben riuscita; verso mezzogiorno la terza Messa per tutti insieme uniti. Con l'aiuto di un ufficiale e di alcuni marinai ho costruito il Presepio, che mi sembra (!!) davvero grazioso: è piaciuto assai: in queste sere ci siamo andati innanzi per la recita del Rosario e il canto di "Tu scendi" in un bel gruppo di Marinai.

II pranzo di Natale ha veduto uniti in fraterna allegria Ufficiali ed Equipaggi, e al pomeriggio c'è stata la distribuzione di doni molto ricchi allestita dal Comando stesso: cosi' è stato meno sentito la nostalgia delle famiglie lontane....

L'ora del tempo e la vostra pazienza m'inducono a por fine a questa mia lunga lettera; voglio soltanto dirvi che vi ho tutti sempre presenti in cuore e nella preghiera: Padri, Fratelli, Professiosti,Studenti; Pensionato, Scuola di Religione....tutti, tutti e vi raccomando sempre alla Madonna nostra Immacolata. Voi, tutti, ricambiatemi questa grazia. Ogni vostra corrispondenza mi sembrerà un poco di Pensionato e un lembo di cielo d'Italia...Addio


Vostro affezionatissimo Carlo Missori Roncaglia





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