14 ottobre 1940.
Carissimi,
ho trovato dieci minuti di tempo per scrivervi con pace più a lungo. Oggi è domenica, ma questo non ha più importanza, perchè qui il lunedì si mangia il martedì e così via per tutto il resto della settimana. Non ho carta nè busta migliore da scrivere perchè qui siamo piuttosto disorganizzati, e anche il francobollo me lo sono trovato per caso i tasca, (questa è la prima lettera che scrivo dopo la mia partenza), altrimenti avrei dovuto mandarvela, come fanno gli altri, colla tassa a carico del destinatario. A parte queste piccole seccature qui si sta benissimo, si lavora dalle otto del mattino alle dieci di sera quando va bene, altrimenti fino alle una e due di notte (il che succede 5 sere su sette). Qualche volta (una o due alla settimana) esco per spassarmela un po', tutto il pomeriggio e la sera, ma non è che ci siano da fare follie o divertimenti pazzi. Nonostante ciò si sta benissimo perchè il lavoro fa trascorrere velocissimamente il tempo ed abbiamo la sensazione di fare veramente qualcosa di utile. La salute è ottima; il clima si confa' a meraviglia e l'abbondante birra mi fa ingrassare a vista d'occhio. Son contento di sapervi bene e che mamma vada migliorando grazie alla sua nuova cura. Ricevo regolarmente lettere e cartoline vostre, come spero voi riceviate le mie. Colla vostra prossima lettera ditemi di nuovo il c/c postale di papà, in caso oltre alla delega volessi fare qualche vaglia (non credo però, perchè qui economie se ne fan poche e basta uscire una volta per spendere capitali): Da Giulio non ho ricevuto nulla ancora, nè dai Rainero. Saluti affettuosi a voi ed ai nonni.
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