venerdì 11 giugno 2010

Sommergibile Tazzoli


Il sommergibile Tazzoli Cl. Calvi entra in servizio il 18/4/1936. A Bordeaux il 24/10/1940. Sconosciute le cause del suo affondamento avvenuto tra il 18 e il 5 maggio 1943 nel golfo di Biscaglia mentre era diretto a Batavia (Indonesia) come sommergibile trasporto. Naviglio affondato per 96553 t.s.l.
Comandanti: Raccanelli, Fecia di Cossato, Gaito

Sommergibile Leonardo da Vinci


Busta intestata al R. Sommergibile "LEONARDO DA VINCI" tassata a destino con segnatasse da 50 cent. e annullo di Bologna centro corr. e pacchi *Tassate* 3.12.40 XIX

Il sommergibile Da Vinci Cl. Marconi entra in servizio il 7/04/1940. A Bordeaux il 31/10/1940. Affondato da navi inglesi presso le Azzorre il 23/5/1943 mentre stava rientrando dopo aver operato nell'Oceano Indiano. Naviglio affondato per 116686 t.s.l.
Comandanti Calda, Longanesi, Gazzana

Battaglione San Marco


Cartolina illustrata affrancata con due francobolli da 10 centesimi della serie fratellanza d'armi. Al battaglione San Marco fu affidata la difesa dei Comandi e del recinto della base, ai tedeschi la difesa esterna ed il dragaggio della Gironda e della zona di mare ad essa adiacente. I tedeschi provvidero pure alla difesa aerea con due squadriglie di caccia, preso Merignac, ed alla difesa contraerea

giovedì 10 giugno 2010

Diario di padre Messori 17

17 XI Sono le 2 di notte: naturalmente a bordo nessuno dorme. E a quest'ora si riemerge; sarà l'ultimo tratto di navigazione rischiosa; ormai si sente di avere in pugno la meta: ma proprio per questo, occorre maggiormente vigilare. Il mare è buono; una luna pallida rischiara le acque; non troppo, prudentemente. Ormai la nostra posizione è precisata dal concorso dei rilievi radiogoniometrici e dello scandaglio. Teniamo un'andatura media, anche perché non si vuole incontrare il smg. incognito che ci è stato annunciato in arrivo con noi all'appuntamento col dragamine. E, a proposito, a che ora arriveremo a questo prezioso appuntamento? Saremo molto in ritardo? si dovrebbee giungere alle 6 1/2 del nuovo orario, corrispondenti alle 7 1/2 del bordo. Ebbene, anche per dovere di cortesia, non faremo aspettare troppo il dragamine tedesco! Sono quasi le 8 e all'orizzonte si profila la nota sagoma della nave amica; il segnale di riconoscimento è lanciato, ad esso risponde il segnale convenuto. Evviva! siamo, ormai, arrivati! Sì, perché, le eventuali mine che possono esserci in questo tratto di mare, non ci preoccupano per nulla: c'è, davanti a noi, chi ci prepara la strada con generosa abnegazione!! Accanto allo sperbrecker, ci attende il smg. segnalatoci: chi è? Non tardiamo a riconoscere il BG. Una viva emozione ci prende: con lui lasciammo la terra sessantaquattro giorni orsono; con lui, oggi, ritorniamo a terra. Vorremmo, di cuore, che anche al suo periscopio sventolasse qualche bandierina. Se l'è meritata! Rivediamo luoghi noti e in plancia si fa a gara per fare gli avvistamenti, per primi: ecco il faro della punta de Gave, ecco l'ampia baia di Royan; ecco la terra, finalmente, sì la terra ricoperta di una lussureggiante pineta! Il verde, che bel colore, sopratutto dopo tanto tempo che più non lo si contempla! A mezzogiorno e mezzo ci culliamo alla foce della Gironda, in attesa d'imbarcare il pilota: da lui sapremo le prime notizie politiche di questi ultimi giorni di navigazione. Si riprende contatto col mondo! e bisogna tenersi al corrente di quanto ci accade attorno; gravoso compito per chi non vive, isolato, nelle immensità di un'oceano. A basso, tutto è un fermento di preparativi per lo sbarco. Anche la "cattedrale di bordo" è smontata. Questa mattina è stata celebrata l'ultima Messa in questo singolarissimo Tempio del Signore. Come sembra vuoto, ora, il locale girobussola senza più quella bianca mensa, l'unica macchia bianca in mezzo a tanto sporco; come sembra buia, ora che non brilla più la luce dolce delle due candelette elettriche e del lampadine dinanzi al Tabernacolo! La gente che passa, contempla questo vuoto, e in cuor suo maggiormente apprezza il "pieno" di vita che ha avuto a bordo durante tutta la missione, poi che a bordo portava con sé l'Autore della Vita, Cristo Signore. Si accumulano sacchi, involti, valigie, cassette e si riassetta un po' all'interno. Non si direbbe neppure che il smg rientra da una lunga missione di guerra tanto, a vederlo di primo achito, sembra ordinato e ben pulito! Contemporaneamente ci andiamo alleggerendo di tutto 1 pese ormai superfluo e lo scafo sale, sale a fior d'acqua lasciando scorgere un'ampia barba di lichene marino che gli è cresciuta attorno nella lentezza della lunga navigazione. Povero vecchio AH, ti è venuta la barba, eh, ad andare così piano ! Un po' prima delle 14, d'accorso col BG , iniziamo la navigazione fluviale. Naturalmente si farà a vedere chi corre di più! è una gioconda sfida tra i due Direttori di Macchina, tra i due equipaggi! E poi, poi c'è anche un po' di fretta di mettere, finalmente, il piede a terra: sono 64 giorni che non si tocca suolo fermo! La gara incomincia, appassionante; ma ben presto YAH, ritrovando in se stesso un meraviglioso slancio giovanile, distacca progressivamente il BG, dato come vincente dal... totalizzatore, e lo lascia....lo lascia, chissà dove?? Bravi i motori: non pare neppure che si accorgano di aver rombato per più di dieci mila miglia. Ci si riavvicina al mondo, cosi detto, civile: si rivedono i tram della periferia, gli automobili, il treno. In ciclo alcuni aerei da caccia tedeschi, acccortìsi di noi, ci fanno attorno un carosello festoso. E, finalmente, l'ultima svolta. Ecco la banchina De Grasse; ecco le chiuse. Ora si riaprono dopo di essersi pesantemente richiuse ottanta gioni or sono, dietro la poppa dell'AF/. Sulla banchina volti amici ci attendono e salutano con festa il ritorno glorioso del nostro battello, dell'Equipaggio, del Comandante Saccardo che ha cosi brillantemente conchiuso la sua prima missione. In quell'applauso festoso ci pare di sentire l'applauso della nostra Patria; e quello commosso dei nostri cari che hanno, da oggi, finito l'agonia dell'attesa. Che fossero proprio del tutto estranei alla gente dell'Equipaggio, messo il piede a terra, i ragionamenti che Giacomo Leopardi fa fare ai compagni di navigazione di Cristoforo Colombo? "Chi pose mai nel numero dei beni umani l'avere un poco di terra che ti sostenga? Niuno, eccetto i navigatori e massimamente noi, che per la molta incertezza del successo di questo viaggio, non abbiamo maggior desiderio che della vista di un cantuccio di terra: questo è il primo pensiero che ci si fa innanzi allo svegliarci, con questo ci addormentiamo; e se pure una volta ci verrà scoperta da lontano la cima di un monte o di una foresta, o cosa tale, non capiremo in noi stessi dalla contentezza?" Eppure, il saluto di tra la gente, ufficiali ed equipaggio, era uno: "Allora intesi, arnvederci tutti alla prossima missione! Nessuno manchi!" Donde mai questa segreta forza di riaffrontare una vita di tanto disagio e di tanto rischio? Risovvengono i versi di Alessandro Manzoni: O giornate del nostro riscatto! oh dolente per sempre colui che da lunge, dal labbro d'altrui, come un uomo straniero, le udrà! che a' suoi figli narrandole un giorno, dovrà dir sospirando "io non c'ero"

Dal R. Smg. "Archimede"
operante in Atlantico dal 31 agosto 1942 XX al 17 novembre 1942 XXI
Carlo Messori Roncaglia scrisse questo Giornale di bordo.


Diario di padre Messori 16

14.15 XI La forza del mare, ieri, oscillava tra 8 e 9. Quest'oggi, un po' meglio. Nei momenti più acuti ha raggiunto forza 7; il vento, a 80 km circa e più. Le vedette, e, tra tutte, primissimo il Comandante che non lascia il suo posto in plancia dal primo momento all'ultimo del periodo di navigazione in superficie, hanno modo di fare opportuni frequenti lavaggi, cui non sono sufficienti a neutralizzare le tenute cerate. Anche oggi si è stati emersi circa 5 ore: dalle 14.30 alle 19.30. E si è camminato più di ieri. Domenica! dovrebbe essere, al fine, l'ultima domenica trascorsa in questa navigazione a bordo. La Messa è celebrata nel quadrato sottufficiali, l'unico locale che non avesse ancora avuto tale cerimonia. Quando, alle 14.30 si emerge, si ha il conforto di poter trovare un mare più calmo: forza 4 - 5. Anche il vento è girato a sud. Si può camminare a buon'andatura e, dopo la carica, si va a due motori. Sono le 20.15 e ci s'immerge. Poi sorge un angoscioso enigma: dove siamo con esattezza? Nessun rilievo, nessun punto nave è stato possibile. Tra l'altro, le bagnate al sestante dei giorni precedenti hanno pienamente inutilizzato lo specchio! Si ricorre a riparazioni, quanto mai ingegnose. Ma ahimè insufficienti e, invano è sacrificato lo specchio di un ufficiale di bordo per tentare la sostituzione di quello del sestante! Il sestante di scorta è, naturalmente, in condizioni pietose: inutilizzabile. Si discute con calore: arriveremo per il 17 all'appuntamento? o si dovrà rimandare al 18?. Nella prima ipotesi bisognerà navigare di più, in superficie, domani; nella secoda sarà necessario un telegramma a Bx e, inoltre, si dovrà prolungare di una giornata ancora la faticosissima traversata di questo tratto di oceano. Decisi che la notte porta consiglio, si rimanda ogni ultima deliberazione all'indomani. Anche perché domattina si dovrà tentare di ogni modo di cogliere una retta di sole. Tutti si va a dormire e si sognano soli sfolgoranti; sestanti in piena efficienza; livelle precise atte a dare l'esatta posizione..;
  1. XI Sono le dieci, quando il battello emerge. Un pallido sole gli sorride; ma troppo anemico per riuscire a coglierne una linea precisa. Il mare è buono; vento discreto. Avanti a due motori, a forte andatura! Sono, in verità, ore di ansia. Se si dovesse essere avvistati da aerei nemici? Eppure ormai la decisione è stata presa: si navigherà in superficie per 12 ore, al fine di portarsi in posizione per poter raggiungere domattina il posto dell'appuntamento. Frattanto si riceve un telegramma che conferma che domattina alle ore 6.30 lo sperbrecker tedesco attende, al posto fissato, "entrambe le unità". Quale sarà l'altra unità? Giacché, non avendo i nuovi nominativi, non possiamo sapere a chi sia stato inviato il telegramma. Comunque dobbiamo essere all'appuntamento! Si cerca febbrilmente di sapere a che punto siamo. Ma è proprio buffa questa: camminare senza sapere né dove si è, né dove si va! ossia, grosso modo, si, lo sappiamo che puntiamo verso l'Europa e non verso l'America; ma, insomma, dove proprio, con precisione? S'interrogano, con una serie ininterrotta di "stop" sonoramente ripetuti tra la cabina RT, e la camera manovra, tutti i radiofari in attività lungo le coste della Spagna, della Francia, dell'Inghilterra: i responsi più strani! Secondo uno dovevamo navigare, in piena terra ferma, quasi al centro della Spagna! "Beh, meno male , che si è già a terra" si era tentati di dire. Poi uno scossone ti sbatteva contro una paratia per richiamarti alla realtà....Finalmente, sono ormai quasi 12 ore di navigazione in superficie (un vero record ardimentoso), si riesce a strappare una linea alla luna. Pare che siamo proprio secondo le previsioni dei nostri calcoli. E allora, si può andare un po' sott'acqua: così, per riposare un po'; per distendere quei poveri nervi che davvero hanno dovuto essere d'acciaio. Un plauso sincero al Comandante che ha voluto questa bella giornata di ardimento e che se l'è goduta tutta in plancia, dalle 10 del mattino alle 10 di sera.

Diario di padre Messori 15

11.12 XI Incomincia la navigazione occulta, secondo le ultime disposizioni di Bx. Ci si immerge alle 8.15 a 41° 48'. Si riemerge alle 15 circa. Si cammina a due motori con 260 - 280 giri sino alle 20.20 circa, ora dell'immersione. La navigazione occulta, con tante ore di immersione, riesce notevolmente pesante anche perché il fisico è abbastanza debilitato dopo tanto periodo di missione, fl morale è sempre buono e la gente è serena. In plancia le vedette di guardia sono rinforzate anche per vigilare su eventuali sommergibili nemici. Durante la notte tra l'il e il 12 gl'idrofoni pare accusino una lontana sorgente e la gente di guardia avrebbe anche sentito qualche lontano rumore come di bombe. Comunque, nessun allarme è dato a bordo. Si riemerge alle 15 circa. Tempaccio! c'è mare forza 6 - 7 e vento molto forte. L'andatura dei termici non può mantenersi troppo elevata; ma, in complesso, si cammina discretamente e le miglia percorse sono, sinora, quelle previste dai calcoli in base alla data di rientro comunicata a Bx. L'immersione è fatta verso le 20.15. Un particolare interessante: dopo parecchie ore di immersione si cerca di accendere un fiammifero; ma non ci si riesce: manca l'ossigeno sufficiente! Eppure i polmoni respirano! Decisamente, l'uomo è un animale molto resistente ! !.. La carica degli elettrici avviene sempre con la massima regolarità e, in media, alla emersione c'è sempre un residuo di 10-12.000 ampère.

13. XI Quest'oggi abbiamo avuto il mare e il vento più rabbiosi di tutta la missione. Un cielo dal colore di piombo, mare da tutte le parti, onde altissime e spaventose, voragini profonde, raffiche di pioggia e di grandine. A basso s'imbarca acqua a tonnellate ed è una danza deliziosa! l'equilibrio è veramente instabile!! Il battello da prova di essere quanto mai marino: si arrampica, precipita, si scosta, risale, scrolla di dosso le ondate e rimerge allegro. Bravo, vecchio Archimede ! ! Ma, in compenso, non può dare prove di grandi velocità. Non è possibile camminare a due motori; e anche il solo in moto non può realizzare più di 4 nodi, circa, all'ora. Ci si immerge alle 19.35, dopo cinque ore veramente di difficile navigazione. Sott'acqua arriviamo a sentire il mare sino a 80 metri! Sovvengono le affermazioni, sicurissime, dei trattali idraulici che assicurano non sentirsi alcun mare, per quanto furioso, al disotto dei 25 - 30 metri.... Questa sera a prora, con grande successo, è stato proiettato il "Purgatorio" di Dante. Non si sarebbe detto che si era a bordo di un sommergibile che stava facendo la traversata della Guascogna sotto la vigilantissima sorveglianza nemica!!

mercoledì 9 giugno 2010

Diario di padre Messori 14

1.4. XI Mentre continua fuori un mare molto agitato, che raggiunge a periodi forza 5 e non lascia mancare frequenti incappellate d'acqua che costringono a una continuata manutenzione dei quadri elettrici, avvengono, all'interno, cari episodi. L'I sera, vigilia dei Morti, a prora e a poppa si prega, recitandosi il Rosario, per i Compagni caduti combattendo; per i nostri compagni, qui in Atlantico, in modo speciale; per tutti i Defunti nostri. E il mattino seguente, nella piccola cappella di bordo sono celebrate le tre Messe per i Defunti, cui partecipano la gente prima o dopo di aver fatto il proprio turno di guardia. Una dolce unione di spirito stringe così questi uomini, in navigazione di guerra, agli affetti e alle persone più care.


Il giorno 3 intercettiamo e decifriamo un telegramma indirizzato al BG , per lungo tempo nostro vicino di operazione, nel quale è comunicato al Comandante Corsi la sua promozione a Capitano di Fregata: e ce ne rallegriamo. Il quattro sera, si vuole ricordare il giorno della vittoria e ci sono, inoltre, due Carli da festeggiare, il cuoco imbandisce un dolce, che per essere congegnato a bordo, è stato trovato saporoso e appetitoso. Decisamente, a bordo, le esigenze sono poprio minime !

5. 8. XI II mare anche oggi, 5, è furioso; anzi ha raggiunto il massimo della forza che abbiamo mai incontrato in questa zona (6). Tra i lavacri, cui ha sottoposto di frequente la plancia, uno ce n'è stato particolarmente violento che ha messo a mal partito gli ufficiali e la guardia in plancia, compreso il Comandante: come gocciolavano, poverini, quando sono scesi per cambiarsi!!


Il 6 segna una diminuzione nella forza del mare. Ma, in compenso, si nota una lieve perdita di nafta: e allora si procede a un ulteriore travaso dal bottazzo di sinistra. E tutto torna normale.

Sabato 7, alle 21, un avvenimento di singolare emozione. Si avvista, dopo 54 giorni, il primo segno di terra! E' il faro di Punta Pargo dell'isola di Madera: siamo ancora distanti circa 28 miglia. Ma il faro è visibile per la sua considerevole altezza sul mare: 185 metri. Più tardi vogliamo gustarci "una notte a Madera" e di fatto, sulla mezzanotte, possiamo scorgere chiaramente tutta la sagoma dell'isola, quasi la groppa di un immenso cetaceo; e in un angolo un chiarore diffuso: le luci della città capitale, Funchal. Alle quattro del mattino (è già domenica 8) si riceve da Bx un graditissimo dispaccio: "Per Comanante Saccardo. Vi è stata concessa la Croce di Ferro di 2Aclasse. Vive congratulazioni". E a bordo, nella notte profonda, una spontanea cara festa al siluratore dei transatlantici. La Messa di questa domenica è celebrata nella Camera di lancio addietro: anche questo locale doveva avere tanto onore. Il mare è più calmo e permette il cammino a due motori, a 240 giri.

9. 10 XI Dopo la regolare immersione per la manutenzione dei siluri, durante due ore, riceviamo un telegramma di Bx, diretto a noi e al BG. Una sorpresa, non sommamente gradita! La navigazione occulta dovrà essere iniziata prima del posto solito e si dovrà seguire una rotta più a ovest. E ci si domanda la data approssimativa del rientro. Alla compilazione della risposta, si interpone una lieve avaria: il timone orizzontale non funziona. Messo in moto gli elettrici, si tenta una celere riparazione; ma la notte sopravanza e non la si può condurre a termine. Per maggior sicurezza ci si immerge: sono le 21. Alle 8.15 del 10 si riemerge e dopo due ore e mezzo di intenso e intelligente lavoro, fatto con entusiasmo dai nostri uomini, la riparazione è compiuta ridonando il perfetto movimento ai timoni. Alle 10.45 si riprende l'andatura a 2 motori a 240 giri. Intanto, dopo molti calcoli e controcalcoli, si crede di poter fissare il giorno del ritorno e si telegrafa a Bx, dopo data la posizione, "arrivo previsto giorno 17". Facit Deus! Proprio qui in mare si sperimenta come il futuro, anche il più prossimo, sfugga a ogni nostro calcolo.